Pranayama

 

 

Tutto quel che si muove nel nostro universo manifesta prana, grazie a cio’ il vento soffia, l’ aereo decolla, la terra trema il filosofo pensa.
Il prana e’ universale.
Tutto cio’ che esiste visibile ed invisibile e’ un vortice di prana.
Ma che cos’e’ questo prana?
E’ energia intelligente, piu’ sottile di quella atomica, che costituisce la vita.
Nelle scritture Indu’ il prana viene descritto come un insiema di scintille di energia intelligente.
Paramahansa Yogananda, grande maestro indiano che visse in occidente per oltre trent’ anni tradusse il prana con il termine “lifetrons”(vitatroni). Nella loro essenza i lifetrons sono i pensieri condensati di Dio, il principio vitale del cosmo fisico.

Nel mondo fisico vi sono 2 tipi di prana:

  • l’ energia cosmica vibratoria onnipresente nell’ universo,
  • l’ energia che sostiene e pervade il corpo umano.

Prana e’ la somma di tutte le energie contenute nell’ universo. Per gli yogi l’ universo e’ costituito di Akasa, l’ etere cosmico e di Prana, l’ energia vitale. Tutte le forme della materia nascono quando Prana agisce su Akasa.
In sostanza questo concetto corrisponde a quello della fisica nucleare, che considera qualsiasi materia come energia “arrangiata” in maniera diversa. Il magnetismo, l’elettricita’ e la forza di gravita’ sono manifestazioni diverse di energia .
Ci si puo’ chiedere perche’ il termine Prana invece di Energia.
Per gli occidentali il termine energia esprime un concetto meno vasto e troppo materialistico rispetto al pensiero degli orientali.
Per gli yogi il prana e’ presente nell’ aria, nonostante cio’ esso non e’ ne’ ossigeno, ne’ azoto, ne’ alcun altro componente chimico presente nell’ atmosfera; il prana esiste nel cibo, nell’ acqua, nella luce del sole, e’ immateriale ma presente in ogni manifestazione divina.
Gli yogi sostengono che il prana puo’ essere immagazzinato e accumulato nel sistema nervoso, che attraverso la pratica dello yoga e’ possibile dirigere a volonta’ questa corrente di prana mediante il pensiero, perche’ anch’esso e’ prana.

Controllo cosciente del prana.

La scienza del controllo del prana si chiama “Pranayama” (ayama: controllare – padroneggiare). Tutti gli esercizi yoga, non solo le tecniche respiratorie mirano a questo obiettivo:controllare il Prana.
Gli asanas, per esempio, assicurano automaticamente l’ equilibrio pranico, senza che il praticante se ne debba preoccupare ma appena la tecnica delle posizioni e’ acquisita, se si vuole progredire, occorre superare lo stadio dell’ esecuzione puramente meccanica e materiale degli asanas per passare a quello del pranayama.

Prima di cominciare qualsiasi pratica di pranayama e’ opportuno imparare a respirare in modo completo, tutto cio’ puo’ sembrare un paradosso ma la nostra solita respirazione e’ diventata corta, discontinua e affannosa, percio’ bisogna educarla per esempio con uno dei semplici esercizi di consapevolezza del respiro.

  • seduti a gambe incrociate con la colonna ben eretta, le spalle ben aperte e gli occhi chiusi
  • portare una mano sopra il pube e l’ altra dieto il bacino a coprire il sacro.
  • Facilitati dal contatto delle mani immaginare di portare il respiro nelle zone coperte dalle mani stesse.
  • Spostare le mani una sull’ addome e l’ altra dietro sulla zona lombare continuando a parcepire il respiro
  • Portare le mani lateralmente al torace sulle costole fluttuanti e osservare cio’ che avviene sotto le mani mentre respirate
  • Spostare le mani in alto sotto le ascelle, portare il respiro in questa zona.
  • Terminare appoggiando le mani sulle spalle in direzione delle clavicole, respirare profondamente portando anche qui la consapevolezza.
  • A esercizio ultimato aprire gli occhi.