……una piccola premessa… fra l’enorme mole di letteratura sullo Yoga non e’ facile enucleare un sunto sintetico e semplice che lo definisca o semplicemente lo illustri al neofita. Ci provo con un approccio discorsivo che volutamente rinuncia al rigore metodologico di un trattato, ed affianca cenni storici e chiarimenti sui più’ noti termini Yoga , senza pretese di organicità ma con correttezza, giusto per introdurre l’argomento. Incomincio dunque con la descrizione di alcuni concetti, per passare alla descrizione delle pratiche piu’ diffuse (in occidente) :
Valeria
Che cos’è lo YOGA ?
Alcune persone pensano che Yoga sia un certo tipo di ginnastica, o proposte per contorsionisti, altri una religione altri ancora una teoria dogmatica.
Lo Yoga non e’ nulla di tutto ciò.
E’ un sistema antichissimo di tecniche e pratiche che , attraverso particolari esercizi fisici e mentali, aiuta l’essere umano a raggiungere il controllo del corpo e la concentrazione necessari per raggiungere l’equilibrio psicofisico.
La condizione di salute e di tranquillità’ sia fisica che psicologica, oggi piu’ che mai, risente delle abitudini di vita innaturali e squilibrate.
Per salute non s’ intende solamente il benessere fisico e la mancanza di malattie, ma uno stato positivo di energia fisica e psicologica, di lucidità’ mentale e di pace dell’anima. Si tratta, insomma di una condizione di armonia con l’ ambiente che ci circonda e con noi stessi.
L’equilibrio fisico si ottiene grazie ad un attività’ fisica costante ed adeguata, con il riposo, l’igiene e con l’alimentazione sana.
L’ equilibrio emotivo si ottiene attraverso il controllo delle proprie emozioni, mantenendo la mente sana ed allenata.
L’ equilibrio dell’ anima, anche se non e’ facile, si ottiene entrando il armonia con il mondo che ci circonda.
I KOSHA – ( i corpi )
Nella letteratura yogica vengono definiti kosha i 5 corpi o strati che costituiscono l’esistenza dell’essere umano.
Corpo materiale: carne- ossa, sistema cardiocircolatorio – sistema linfatico – sistema nervoso ecc.
E’ il corpo più’ grossolano.
La sua esistenza dipende dal prana (energia) assunto sottoforma di cibo, acqua e da prana più’ sottile assunto attraverso l’aria che respira. Il prana assunto attraverso la respirazione e’ la forma di energia più’ importante al corpo materiale perchè, senza cibo la sua sopravvivenza e’ possibile fino e oltre 6 settimane, senza acqua 3 giorni, senza aria , invece, la vita del corpo materiale cessa dopo soltanto 6 minuti.
L’ insieme del corpo materiale e del corpo pranico (mente) costituisce la struttura basilare dell’ uomo.
Il corpo-mente e’ un sistema unitario di energia in movimento.
Il corpo fisico puo’ essere mantenuto in forma attraverso la pratica di posizioni mirate : gli asanas.
Corpo eterico: e’ simile per dimensione e forma a quello fisico e, come quello fisico ha una sua struttura fisiologica gestita da “centrali energetiche” i chakra dai quali scorre l’ energia attraverso una sorta di rete sottile di “canali” di collegamento i nadi, la loro funzione e’ quella di distribuire il prana (energia vitale) attraverso le varie strutture dell’ essere umano.
Non esiste una sola particella dell’ essere umano che non funzioni come organo di ricezione- trasformazione e trasmissione dell’ energia sottile.
Il corpo eterico pur essendo puramente energetico ha tuttavia una grande componente fisica che può’ essere influenzata dalle tecniche yoga di respirazione ( pranayama ).
Corpo astrale: e’ la sede dei sentimenti, delle emozioni e dei tratti del carattere dell’ essere umano.
Corpo mentale: e’ la sede di ogni pensiero, idea e percezione intuitiva. E’ il contenitore di tutte del impressioni sensoriali, materiali e non, individuali o collettive create dalle esperienze passate. La mente e’ sostenuta da processi chimici e psichici che la obbligano continuamente a muoversi ed ad agire.
Corpo spirituale: E’ la sede della facoltà intuitiva ove si fa esperienza della divinità che vive nel profondo di ogni essere umano.
L’ IO e il SE’
La struttura della personalità e’ formata dall’ IO e dal SE’.
L’ Io e’ la struttura portante della personalità. E’ il bagaglio nel quale vengono depositate tutte le nostre esperienze, pensieri, preferenze, fantasie, emozioni, passioni , desideri, sentimenti, volontà e quant’altro costituiamo come persona.
L’ ambiente, la società, il grado di cultura, la sensibilità caratteriale generano il nostro IO
L’ Io puo’ essere migliorato o peggiorato, esso può essere modificato attraverso la forza di volontà.
Il SE’ e’ tutt’altro, e’ il principio spirituale, l’energia vitale, la scintilla che ci viene donata al momemto del concepimento. E’ la vita.
Il se’ e’ eterno ed immutabile.
I METODI dello YOGA
Nel corso dei secoli lo yoga si e’ sviluppato in modo settoriale dando vita a metodi diversi conosciuti come:
Raja yoga – lo yoga della concentrazione
Hatha yoga – lo yoga dell’ autodisciplina psico-fisica.
Jnana yoga – lo yoga della conoscenza ( atteggiamento distaccato nei confronti degli eventi della vita).
Bhakti yoga – lo yoga della devozione
Mantra Yoga – lo yoga della vibrazioni
Tantra yoga – lo yoga della forza psico-fisica
Karma yoga – lo yoga dell’azione disinteressata ed altruista.
Qualsiasi metodo costituisce un “sentiero” il cui scopo finale e’ quello di raggiungere l’ illuminazione spirituale ovvero di trasferire la consapevolezza dall’ IO al SE’ passando attraverso lo stato di benessere psico-fisico (mente-corpo- spirito).
Il sentiero dell’ Hatha Yoga è mediamente il piu’ praticato dagli occidentali poiché parte dall’autodisciplina psico- fisica.
E’ considerato un sentiero più ” laico” rispetto a quello del “Raja Yoga”, pur condividendo i metodi e i principi.
IL RAJA YOGA
Per trovare una delle più antiche testimonianze della pratica Yoga dobbiamo tornare indietro di oltre 5000 anni: a quest’ epoca risalgono le civiltà di Mohenjo-Daro in India. Qui vennero alla luce statuette riguardanti divinità di quel periodo sedute in tipiche posizioni Yoga.
Il saggio Patanjali fu primo ad organizzare a “sistema” lo yoga nel II secolo A.C.
Il sistema del Raja Yoga, è d’ispirazione monastica E’ descritto nei noti “Yoga Sutra di Patanjali” .
I sutra tracciano i principi del “sentiero” yoga dividendolo in 8 parti detto Astanga : lo yoga dall’ottuplice sentiero).
Ad ogni “sentiero” corrisponde una disciplina per raggiungere la libertà (Samadhi)
Teniamo presente che queste regole venivano descitte da Patanjali secoli e secoli or sono, esse si rifacevano a uomini e situazioni diversi da quelli di oggi, per cui non possono venire accettate alla lettera, bensì interpretate secondo le esperienze e le realtà di oggi.
I primi due sentieri sono di carattere etico e morale, regole da osservare verso sé stessi e verso gli altri:
1. YAMA le azioni da non compiere: mentire, essere ingordi, avidi ….
2. NIYAMA le azioni da compiere : fede, austerità, modestia ….
i successivi “sentieri” esprimono tecniche e atteggiamenti di auto-realizzazione:
3. ASANA – le posture
l’ asana è lo stato psicofisico che si realizza immobilizzando il corpo e la mente con l’aiuto fondamentale del respiro.il praticante si osserva respirare, sudare, registra le proprie sensazioni che possono essere piacevoli o sgradevoli come il prurito, la tensione, il dolore, il caldo, il freddo, percepisce il proprio corpo e la sua energia scorrere; prova tutto questo come se stesse guardando un altro, con distacco.
L’ asana ha effetto tridimensionale (sul corpo, sulla mente e sul corpo sottile).
Un’ azione diretta al corpo materiale agisce indirettamente sulla mente, cosi’ come l’ azione sulla mente, tramite introspezione, rilassamento o meditazione agisce indirettamente sul corpo fisico. Esiste sempre, in ogni caso una stretta connessione tra loro, sono indivisibili.
Cosi’ l’ asana opera direttamente sul corpo fisico ed indirettamente sulla mente.
L’azione terapeutica dell’ asana è dovuta alla posizione statica del corpo unita ad una corretta respirazione ed ad un corretto atteggiamento mentale. Corpo, mente e respiro vengono posti in un determinato atteggiamento da provocare uno stato di benessere totale. Attraverso una pratica costante l’ intero organismo viene vitalizzato, stimolato e riequilibrato.
Il corpo materiale per lo yoghi non è un ostacolo bensì il mezzo per realizzare la vita spirituale. Il corpo deve trovarsi sempre in forma . Sono gli asanas che si occupano principalmente del corpo fisico rendendolo forte, agile e sano.
L’asana ha un’azione liberatrice ed equilibrante anche sulla mente: gli effetti sulla psiche sono dati dalla staticità dell’ asana. L’ immobilità della posizione,che può andare da qualche secondo e 15 minuti, fa’ venire a galla le vasanas (le nostre tendenze acquisite, le esperienze depositate nel subcosciente).
Queste esperienze si esprimono tramite i nostri movimenti mentali i Vritti di cui non ne abbiamo consapevolezza, perché sono troppo veloci, continuativi e caotici. La mente salta senza motivo, senza mai fermarsi, da un punto all’altro come ” una scimmia punta da uno scorpione”.
Il tempo umano si manifesta attraverso il movimento fisico o mentale : interrompendo il movimento fisico e mentale, durante la staticità dell’ asana, vengono meno i riferimenti propri del tempo umano, per cui si perviene ad una dimensione tendenzialmente atemporale.
Tutto ciò non avviene con il movimento prodotto da un’ attività ginnica tradizionale, perché’ il passaggio e’ troppo veloce per essere afferrato dalla coscienza.
4. PRANAYAMA l’ energia vitale
Il controllo della forza vitale.
Prana significa energia ma anche respiro, ayama controllo – padronanza.
Nel mondo fisico vi sono due tipologie di prana:
– l’ energia cosmica vibratoria onnipresente nell’ universo, che struttura e sostiene tutto. (Principio ispiratore e presupposto basilare di tutta la fisica moderna nonché di tutte le applicazioni pratiche : intercomunicazioni – elettronica – radioattività – elettromagnetismo).
– l’ energia che pervade e sostiene il corpo umano mediante 5 correnti o funzioni:
I VAYU – 5 soffi vitali
la corrente PRANA svolge la funzione di cristallizzazione (la solidificazione di nuovi tessuti corporei) agisce anche sul cuore e nervo frenico – provoca l’ inspirazione
la corrente VYANA presiede la circolazione
la corrente SAMANA presiede l’ assimilazione
la corrente UDANA presiede il metabolismo (la formazione per sintesi delle cellule e dei tessuti del corpo in particolare le ossa, le articolazioni, i muscoli, i tendini, i vasi e gli organi)
la corrente APANA presiede la funzione dell’ elinimazione ( rimuove le impurita’ del corpo) e provoca l’ espirazione
Pranayama e’ il controllo cosciente del prana ( la vibrazione o energia che attiva e sostiene la vita del corpo), e’ la scienza del respiro, il perno attorno cui gira la ruota della vita.
La pratica yoga del pranayama è la via diretta per disinnestare consciamente la mente dalle funzioni vitali e dalle percezioni sensorie che legano l’ uomo alla coscienza del corpo.
Secondo Patanjali il pranayama consiste nella sospensione, (per periodi di tempo, specifiche tecniche ed esercizi predeterminati) sia del processo inspiratorio che quello espiratorio allo scopo di aumentare la quantità di prana all’ interno del corpo.
L’ essere umano ha la possibilita’ di aumentare il bagaglio pranico nel suo corpo soprattutto attraverso la respirazione e l’assorbimento mentale.
5. PRATYAHARA – controllo dei sensi .
La capacita’ di dirigere tutta l’attenzione su uno degli organi di senso oppure escludendone uno e lasciando attivi tutti gli altri, aiuta a mantenere i sensi sotto controllo. E’ anche considerato uno stato avanzato del pranayama che consiste nella capacita’ di isolare la mente da qualsiasi stimolo sensoriale e metterla in condizione di affrontare lo stadio successivo di concentrazione.
L’ attivita’ mentale porta schiavitu’ se legata agli oggetti del desiderio.
Le cinque membra fin qui descritte sono considerate mezzi esterni di realizzazione
il corpo e’ forgiato dalla pratica degli asana, la mente purificata con il pranayama, i sensi messi sotto controllo da pratyahara, cosi’ si giunge alle successive tre membra considerate mezzi interni-sottili per giungere alla realizzazione ” Samadhi”, l’ unione tra il Se’ individuale con il Se’ universale.
6. DHARANA – la concentrazione profonda dello yoga
La capacita’ di portare la mente su un solo punto o argomento induce la mente a placare il suo flusso continuo, causa di insoddisfazioni e infelicità.
7. DHYANA la meditazione, la contemplazione
La mente che contempla un oggetto si trasforma nella forma dell’oggetto stesso, questo stato e definito meditazione.
Una volta raggiunto questo stadio il praticante ha unito corpo, sensi, respiro mente e l’ io in oggetto di contemplazione, nessun’ altra sensazione lo tocca eccetto quella di beatitudine.
8. SAMADHI – unione con Dio.
Il culmine della meditazione il praticante passa nello stato di Samadhi.
In questo stato lo yogi e’completamente sveglio e vigile ma riposa come se fosse addormentato, scompaare il senso dell’ IO o del MIO poichè perviene ad uno stato atemporale.
L’ HATHA YOGA
Swatmarama altro grande saggio indiano, dopo Patanjali descrive nell’ opera Hathayogapradipika uno Yoga piu’ “laico” del Raja Yoga. Il testo si sviluppa sulla base dell’ Astanga Yoga di Patanjali con particolari spiegazioni ed aggiunte di asana e pranayama.
L’ Hatha Yoga e’ la piu’ considerata tra le opere tantriche, risale al secondo o primo secolo avanti Cristo. Fu pubblicata per la prima volta in India in sanscrito con la traduzione inglese curata da Shrinivas Yyangar nel 1893.
Questa tecnica conduce a :
Sul piano fisico gli effetti degli asanas agiscono principalmente a livello degli apparti ghiandolare e nervoso preposti alla regolazione delle principali funzioni del corpo.
Gli effetti neurochimici aiutano a rimuovere le tensioni accumulate nelle diverse parti del corpo.
Le tensioni possono essere sia di origine fisico che mentale ed emergono sotto forma di blocchi che impediscono il flusso di energia. La rimozione di queste tensioni produce uno stato di benessere ed equilibrio organico.
Sul piano energetico il respiro è l’ elemento fondamentale, il suo controllo e la sua regolazione produce benessere a tutto il sistema umano.
IL PRANAYAMA
Tutto quel che si muove nel nostro universo manifesta prana. Grazie a ciò il vento soffia, l’ aereo decolla, la terra trema , il filosofo pensa….
Il prana è universale. Tutto ciò che esiste, visibile ed invisibile, è un vortice di prana.
Ma che cos’è questo prana?
E’ energia intelligente, più sottile di quella atomica, che costituisce la vita.
Nelle scritture Induiste il prana viene descritto come un insieme di scintille di energia intelligente.
Paramahansa Yogananda, grande maestro indiano che visse in occidente per oltre trent’ anni, tradusse il prana con il termine “lifetrons”(vitatroni). Nella loro essenza i lifetrons sono i pensieri condensati di Dio, il principio vitale del cosmo fisico.
Come già accennato precedentemente, nel mondo fisico vi sono due tipologie di prana:
– l’ energia cosmica vibratoria onnipresente nell’universo,
– l’ energia che sostiene e pervade il corpo umano.
per Prana quindi s’intende la somma di tutte le energie contenute nell’universo.
Per gli yogi l’ universo e’ costituito di Akasa, l’ etere cosmico e di Prana, l’ energia vitale. Tutte le forme della materia nascono quando Prana agisce su Akasa.
In sostanza questo concetto corrisponde a quello della fisica nucleare, che considera qualsiasi materia come energia “arrangiata” in maniera diversa. Il magnetismo, l’elettricità e la forza di gravita’ sono manifestazioni diverse di energia .
Ci si può chiedere : perchè si usa il termine Prana invece di Energia ?
Per gli occidentali il termine energia esprime un concetto meno vasto e troppo materialistico rispetto al pensiero degli orientali.
Per gli yogi il prana è presente nell’aria, nonostante ciò esso non è né ossigeno, né azoto, né alcun altro componente chimico presente nell’ atmosfera. Il prana esiste nel cibo, nell’acqua, nella luce del sole, è immateriale, ma presente in ogni manifestazione divina.
Gli yogi sostengono che il prana può essere immagazzinato e accumulato nel sistema nervoso, che attraverso la pratica dello yoga e’ possibile dirigere a volontà questa corrente di prana mediante il pensiero, perché anch’esso e’ prana.
Controllo cosciente del prana.
La scienza del controllo del prana si chiama “Pranayama” (ayama: controllare – padroneggiare).
Tutti gli esercizi yoga, non solo le tecniche respiratorie, mirano a questo obiettivo : controllare il Prana.
Gli asanas, per esempio, assicurano automaticamente l’ equilibrio pranico, senza che il praticante se ne debba preoccupare ma appena la tecnica delle posizioni e’ acquisita, se si vuole progredire, occorre superare lo stadio dell’ esecuzione puramente meccanica e materiale degli asanas per passare a quello del pranayama.
Prima di cominciare qualsiasi pratica di pranayama è opportuno imparare a respirare in modo completo, tutto ciò può sembrare un paradosso, ma la nostra abituale respirazione è diventata corta, discontinua e affannosa, perciò è bene rieducarla, ad esempio con uno dei semplici esercizi di consapevolezza del respiro.
Prova ad eseguire le istruzioni qui sotto :
– siediti a gambe incrociate con la colonna ben eretta, le spalle ben aperte e gli occhi chiusi
– porta una mano sopra il pube e l’ altra dietro il bacino a coprire il sacro.
– Facilitati dal contatto delle mani immagina di portare il respiro nelle zone coperte dalle mani .
– Sposta le mani una sull’addome e l’altra sulla zona lombare e continua a percepire il respiro
– Porta le mani lateralmente al torace sulle costole fluttuanti e osservare ciò che avviene sotto le mani mentre respiri
– Sposta le mani in alto sotto le ascelle, porta il respiro in questa zona.
– Termina appoggiando le mani sulle spalle in direzione delle clavicole, respira profondamente portando anche qui la tua consapevolezza.
– A esercizio ultimato apri gli occhi.
I MUDRA ( gesti con le mani )
La conoscenza delle pratiche più elevate e potenti e’ stato un tesoro di pochi ricercatori sinceri della verità. Un tesoro custodito nei testi in sanskrito scritti da antichi rishi o tramandato verbalmente da maestro a discepolo.
Il principale testo antico che tratta il soggetto dei MUDRA ( e altre pratiche yoga ) e’ “Gherand Samhita”, un trattato sull’ Hatha Yoga del rishi Gherand.
Nel Gherand Samitha sono spiegati venticinque mudra, molti dei quali , possono essere praticati solo sotto la guida di un maestro competente. Non e’ mai consigliabile sperimentare pratiche elevate senza una adeguata guida, quindi spiegheremo solo pochi mudra in forma semplice, affinchè possa essere compresa facilmente da tutti.
Il MUDRA e’ un gesto simbolico, fatto la maggior parte dei casi con le mani, che evoca un certo stato d’ animo o emozione. Essi evocano uno stato d’animo interiore spirituale come nella danza.
Certi mudra vengono anche utilizzati per controllare i processi fisiologici involontari che avvengono normalmente al di fuori della coscienza abituale.
I mudra permettono al praticante di sviluppare la consapevolezza delle correnti di energia vitale (prana) entro il corpo sottile per il controllo cosciente di queste forze.
Questo mette in grado il praticante di dirigere le energie in ogni parte del corpo ( per lo scopo di auto guarigione) o fuori dal suo corpo verso un altro (per la guarigione pranica o psichica dell’ altra persona).
Molti mudra sono uniti a bandha, asana e pranayama a formare una pratica completa, sono combinazioni potenti perche’ sommano i benefici di ciascuna pratica.
I mudra preparano al ritiro dei sensi dagli oggetti esterni (pratyahara) dirigendo la mente su un punto e rendendola unidirezionale.
I mudra, pur avendo scopo spirituale, portano definiti benefici fisici e mentali elencati nella descrizione di ogni singolo mudra qui trattato. (vedi TECNICHE MUDRA E BANDHA)
I BANDHA
La parola Bandha significa ” trattenere, stringere ” che descrive le azioni fisiche che vengono indicate per praticare queste tecniche.
Queste tecniche fisiche permettono al praticante di controllare molti organi e nervi del corpo.
Varie parti del corpo vengono contratte e strette, ciò esercita sugli organi interni un benefico massaggio, rimuove il sangue stagnante, stimola e regola i nervi di questi organi, migliorando il loro funzionamento per la salute del corpo fisico e mentale.
I bandha possono essere praticati da soli. Successivamente, quando il praticante progredisce, dovrebbero essere eseguiti con le pratiche di mudra e pranayama (in questo modo si otterranno i massimi benefici).
Quando il flusso di prana viene stimolato come nella pratica di pranayama, i bandha controllano il flusso e lo dirigono nelle aree richieste prevenendone la dissipazione.
(vedi TECNICHE MUDRA E BANDHA)
IL KUMBAKA – sospensione del respiro
I bandha richiedono al praticante di trattenere il respiro.
Ovviamente all’inizio la ritenzione dovrà essere breve, ma diventerà più lunga man mano che il praticante proseguirà nella pratica.
La ritenzione può essere interna o esterna.
L’ aria nei polmoni può essere sospesa dopo una espirazione o essere trattenuta nei polmoni dopo una inspirazione. Questa pratica e’ una parte essenziale dei bandha e dei pranayama..
al praticante si consiglia di sviluppare lentamente la sua capacità di trattenere il respiro, per non creare sforzi inutili ai polmoni.
LE KRIYA – pratiche di purificazione
Ie Kriya sono pratiche atte a pulire quelle parti del corpo che spesso vengono trascurate come : cavità nasale, intestino, colon ecc…
Cosi’ come laviamo il viso , dovremmo anche “lavare” le vie di comunicazione verso l’ interno.
L’ hatha yoga insegna che il corpo e’ il mezzo per accedere a un livello superiore di consapevolezza, per cui e’ necessario rispettarlo e curarlo affinché possa rimanere in buona salute.
Con la praticata regolare i kriya, rimuovono le tossine dall’organismo, affinano i sensi aumentano le difese del corpo.
(vedi TECNICHE KRIYA)
I MANTRA – vibrazione del suono
Il suono e’ una forma di energia composta da vibrazioni di diverse lunghezze d’onda.: alcune di esse possono provocare anche la rottura di un vetro altre, invece, hanno potere terapeutico
I Mantra sono sillabe, parole o frasi in lingua sanscrita. Quando vengono ripetute durante la meditazione, elevano ad un livello di consapevolezza superiore.
Ogni mantra ha la sua lunghezza d’ onda, che se ripetuta costantemente, libera l’ energia racchiusa in quel suono e fornisce un punto preciso su cui focalizzare l’ attenzione,
La ripetizione del mantra (japa) fonde la vibrazione del pensiero alla vibrazione sonora, per giungere ad uno stato meditativo
Il mantra si può pronunciare ad alta voce , sussurrandolo o anche solo pensandolo
La ripetizione mentale e’ la più efficace, perché i mantra usano una lunghezza d’ onda diversa da quella dei suoni.
E’ utile coordinare il mantra con la respirazione
GL.I ASANAS – posizioni del corpo
La funzione principale degli asana e’ quella di agire da stabilizzatore degli organi fisici preposti al sistema nervoso e della mente per poter armonizzare ed equilibrare l’energia interiore.
Essi sono concepiti in primo luogo per dare stabilita’ e flessibilità alla colonna vertebrale (l’asse vitale del corpo e sede del midollo spinale) e per eliminare i blocchi che si creano nelle articolazioni provocati dall’ accumulo di tossine che ostruiscono il passaggio di energia: viene assicurata la mobilita’ della spina dorsale e salvaguardata da degenerazioni fisiologiche. Questi effetti si ottengono tramite l’ esecuzione degli asanas combinando la respirazione con il movimento dei muscoli.
La spina dorsale e composta da quattro curve fisiologiche principali.
La prima curva partendo dall’alto e’ composta da 7 vertebre cervicali. E’ la più mobile e delicata ed i muscoli preposti a questa sezione spesso tendono a contrarsi dando origine ad iper-lordosi cervicali.
Asanas specifiche aiutano a rilassare, rinforzare e tonificare e muscoli del collo preposti a questa delicata sezione di colonna.
La seconda curva fisiogica della spina dorsale corrisponde alle 12 vertebre dorsali. I muscoli intercorstali preposti a questa sezione di colonna tendono ad irrigidirsi per mancanza di elasticita’ dando origine ad un aumento di cifosi dorsale e riducendo anche la capacita’ respiratoria.
Asanas specifiche aiutano a rinforzare i muscoli posteriori e rilassare la gabbia toracica.
La terza curva della spina dorsale e’ convessa ed e’ composta dalle 5 vertebre lobari. I muscoli addominali poco tonici sono la causa dell’ eccessiva contrazione dei muscoli della schiena dando origine e iperlordosi.
Asanas specifiche aiutano a tonificare i muscoli addominali e rilassare quelli posteriori.
La quarta curva dell spina, la più bassa, e’ concava, rigida, composta da 5 vertebre fuse tra loro nell’osso sacro.
Asanas specifiche fanno ruotare, flettere , allungare la colonna vertebrale per garantirne il benessere e la flessibilità e salvaguardandola da degenerazioni fisiologiche. Anche il sistema nervoso (midollo spinale al suo interno ) trae giovamento perché più protetto e rinvigorito.
Il midollo spinale si sviluppa all’interno della colonna vertebrale da cui dipartono i nervi del sistema autonomo che raggiungono gli organo vitali del corpo
Gli antichi yogi, attraverso la loro grande attenzione avevano intuito che l’ asse principale e le radici di quest’ “albero” uomo dovevano essere protette da qualsiasi danno. Questa consapevolezza li aveva portati ad ideare una serie di asana per rendere resistente e sciolta la colonna vertebrale, che avrebbe a sua volta influenzato beneficamente, il flusso di energia all’ interno del sistema psicologico. Capirono che l’ energia per scorrere liberamente ha bisogno di trovare tutte le articolazioni del corpo sciolte e tutte le sezioni della colonna vertebrale mobili e flessibili
Tutto ciò possibile attraverso una serie di posizioni e contro-posizioni: gli asanas.
Gli asanas si occupano della parte più grossolana dell’ essere umano, cio’ non vuol dire che il corpo fisico e’ di scarsa importanza.
Il corpo fisico per lo yogi non e’ un ostacolo sulla via della realizzazione ma un mezzo per arrivarci
Il corpo fisico e’ la dimora dello spirito dove ha sede l’ io individuale e il se’ cosmico, esso deve essere sempre in forma, forte, agile e sano.
- Azione terapeutica dell’ asana: e’ una posizione statica del corpo unita ad una corretta repirazione ed un corretto atteggiamento mentale – Corpo mente e respiro vengono messi in un determinato atteggiamento dando luogo a benessere psicofisico – Accresce il grado di consapevolezza
- Azione sul corpo fisico: attraverso una regolare pratica l’ intero organismo viene stimolato, vitalizzato e riequilibrato.
- Azione sul rachide: Indipendentemente dall’eta’ anagrafica la rigidità e indebolimento della colonna vertebrale e’ sinonimo di invecchiamento.
Tutte le posizioni hanno una benefica azione sul rachide che viene fisiologicamente piegato, ruotato, e allungato.
La staticità della posizione rivitalizza i gangli nervosi che dipartono dal rachide stesso.
L’ allungamento corregge le piccole imperfezioni strutturali garantendone l’ elasticità.
- Azione sui muscoli: vengono tonificati tutti i muscoli superficiali e profondi attraverso la combinazione: contrazione-rilassamento- allungamento
- Azione sulle articolazioni: rapidamente si sciolgono ed elasticizzano grazie all’ azione di posizioni mirate.
- Azione sulla circolazione: L’effetto benefico sulla circolazione avviene sia con le lunghe contrazioni e stiramenti muscolari, che favoriscono il ritorno venoso ( il muscolo si svuota completamente e poi richiama sangue ossigenato), sia con l’ aiuto della forza gravitazionale.
Per esempio la posizione sulla testa “Shirsasana”. Questa asana regolarizza la pressione arteriosa e migliora la circolazione linfatica. L’ energia con il sangue tende
a spostarsi verso gli organi interni rigenerandoli . Il cervello e tutti gli organi della testa ricevono un’ irrigazione energetica non ottenibile con altri sistemi.
- Azione sul sistema nervoso: I gangli nervosi ricevono miglior energia sia dal maggior apporto di sangue sia tramite i canali energetici situati dentro la colonna ( Vedi. : Kosha – Corpo eterico-Chakra e Nadi su menu’)
- Azione sul sistema endocrino: Anche le ghiandole vengono stimolate od inibilte a secondo delle necessita’ con specifiche asanas.
- Azione sulla respirazione: L’attenzione costante affina sempre piu’ la respirazione che si fa piu’ lenta e regolare, si espelle piu’ anidride carbonica e si immagazzina piu’ ossigeno con effetto calmante sulla mente.
- Effetti sulla psiche: durante la staticita’ degli asanas vengono rimosse sensazioni, le nostre tendenze acquisite depositate nel subcosciente ( le Vasanas).
Queste esperienze si manifestano tramite i movimenti mentali ( Vritti) di cui non ne abbiamo consapevolezza a causa della loro inarrestabile veloce e disordinata fluttuazione ( la mente salta senza sosta e senza una ragione da un punto all’ altro).
L’ immobilita’ fisica e l’ acquitamento dei ritmi vitali portano a galla le Vasanas che vengono gradualmente manifeste.
Il tempo umano si manifesta attraverso il movimento fisico o mentale:
interrompendo il movimento fisico e mentale, durante la staticità dell’ asana, vengono meno i riferimenti propri del tempo umano per cui si perviene ad una dimensione tendenzialmente atemporale.
Ciò non avviene con il movimento prodotto da un’ attività ginnica tradizionale, perché il passaggio e’ troppo veloce per essere afferrato dalla coscienza.
La pratica degli asana permette di contrastare gli effetti negativi del sovra-affaticamento mentale.
LA MEDITAZIONE
“yogash chitta-vritti-nirodhah” – Yoga Sutra di Patanjali .
tradotto dal sanscrito significa “Lo yoga è il completo acquietarsi (nirodha) dell’attività (vritti) della mente (chitta)”. Questa è considerata la definizione più classica di yoga.
L’osservazione è la chiave della meditazione. È una tecnica semplice, ma la mente la rende molto complicata, perché si oppone ad ogni sforzo teso a placare la frenetica attività dei pensieri (Vrtti).
Quando ti limiti ad osservare, pian piano la mente si svuota dai pensieri . E’ questo il momento in cui l’energia si rivolge all’ interno portando con sé tranquillità, pace e serenità. Questa gioia, nel suo stadio supremo è illuminazione.
LA BHAGAVADGĪTĀ
La Bhagavad Gita e gli Yoga Sutra,
sono i due pilastri antichi della disciplina dello yoga.
La Bhagavad Gita ” Canto del Beato ” è un breve poema sanscrito di appena 700 versi (sloka), inserito nel grande poema epico Mahābhārata, quest’ultimo contiene praticamente tutte le tradizioni normative, religiose, mistiche e meta-storiche dell’India antica. La Bhagavad Gītā, denominata “il Vangelo dell’India”, è l’opera classica più famosa della letteratura religiosa indiana..Conosciuta anche come GITĀ, è fonte di ispirazione e di studio sia dagli Yogi che dai ricercatori spirituali in genere.